PROPORZIONE DI PARTI CON TAGLIO CESAREO PRIMARIO (%)

Questa sezione ha lo scopo di indicare le caratteristiche dei punti nascita presenti a livello regionale e nazionale (strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate), basandosi su indicatori elaborati dal Programma Nazionale Esiti (PNE), sviluppato da AGENAS per conto del Ministero della Salute. Questi indicatori forniscono informazioni sul numero degli interventi e sui relativi esiti. Per la gravidanza e il parto, gli indicatori considerati sono il numero annuo di parti, la proporzione di tagli cesarei primari,la proporzione di complicanze durante il parto naturale e il puerperio, la proporzione di complicanze durante il parto cesareo e il puerperio.

Il numero annuo di parti è un indicatore significativo in quanto più elevato è il numero di parti effettuato in una struttura, maggiore può essere l’esperienza che vanta il personale. La normativa nazionale ha fissato in almeno 1000 nascite/anno il numero di riferimento per attivare o mantenere la qualifica di punto nascita. La possibilità di punti nascita con meno di 500 parti all’anno è, tuttavia, prevista per quei territori che presentano caratteristiche geografiche e climatiche particolari: zone montuose, insulari che renderebbero difficoltoso raggiungere grandi ospedali.

L’indicatore relativo alla proporzione di parti con taglio cesareo primario, dove per primario si intende il primo parto con taglio cesareo, è uno degli indicatori di qualità più frequentemente usato a livello internazionale per verificare la qualità di un sistema sanitario. Un ricorso eccessivo al taglio cesareo può essere considerato una pratica clinica inappropriata; infatti, il parto con taglio cesareo, rispetto al parto vaginale, può comportare maggiori rischi per la donna e per il bambino ed è indicato soltanto in presenza di condizioni specifiche, come ad esempio la presentazione podalica del feto, l’età materna avanzata, ecc. Inoltre, in particolari condizioni cliniche, come nel caso di parto pretermine, è importante sapere se la struttura scelta dispone della Terapia Intensiva Neonatale (TIN), che può garantire assistenza specialistica avanzata al neonato.

La normativa nazionale (che fa riferimento al Decreto Ministeriale n.70 del 2015) ha identificato come soglia massima il 15% dell’incidenza dei cesarei primari sul totale dei parti, nei punti nascita che non presentano un”Unità di Patologia Neonatale (e che effettuano meno di 1000 parti all’anno).

Il limite sale al 25% dell’incidenza dei cesarei primari sul totale dei parti, nei punti nascita che presentano un”Unità di Patologia Neonatale (e che effettuano più di 1000 parti all’anno).

L’indicatore relativo alla proporzione delle complicanze durante il parto naturale e il puerperio ha lo scopo di indicare il rapporto delle complicazioni che potrebbero intervenire nelle tre fasi del parto: il travaglio, l’espulsione del bambino, l’espulsione della placenta. In tal senso, più è basso il numero delle pazienti che presentano complicanze, più alti tendono ad essere gli standard di esperienza e affidabilità delle prestazioni ricevute. L’indicatore relativo alla proporzione delle complicanze durante il parto cesareo e il puerperio ha lo scopo di indicare il rapporto delle complicazioni che potrebbero intervenire. I medici ricorrono al parto cesareo se lo ritengono più sicuro del parto naturale per la donna, per il bambino o per entrambi. In tal senso, più è basso il numero delle pazienti che presentano complicanze, più alti tendono ad essere gli standard di esperienza e affidabilità delle prestazioni ricevute.

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